Chi visita il mio blog sa che non lo aggiorno spesso e nemmeno con regolarità. A volte non ho tempo, altre volte non ne ho voglia oppure mi mancano le idee e gli argomenti... Oggi ho preso un giorno di vacanza, sono a casa da sola e mi rendo conto che il silenzio che mi circonda mentre di dedico ad attività piuttosto manuali, è propizio alla creatività mentale. Così i post nascono spontaneamente nella mia testa e ho anche il tempo per scrivere questi pensieri.
Stamani alla radio una psicologa parlava dell'aumento importante dei disturbi narcisistici nelle persone. Disturbi che pare ci rendano fragili e manipolabili... Non stento a crederci, infatti, appena uscita di casa per una passeggiata dopo pranzo, sulla piazza del paese, per altro deserta, ecco la conferma: una giovane donna che indossa un paio di shorts. Di lana, ben inteso, e sotto ai pantaloncini ha messo anche dei collants abbastanza coprenti. Niente di male, se fossimo in qualche boutique di Lugano, ma siamo in questo paesino sperduto, a 800 metri di altitudine, spazzato da una modesta bufera di neve, temperatura esterna stimata: meno due o meno tre. Non credo quindi che la signorina stia sudando nella sua tenuta sexy... Io, anche volendo, non potrei proprio sfoggiare degli shorts... e non solo per motivi di freddo.... comunque io ho messo i leggins termici, pantaloni pesanti, scarponi da neve, sciarpa e cappello. E il freddo lo sento.
Ecco però che arriva la mia vocina interiore che non ama i giudizi affrettati....
"Ma che ne sai tu dei motivi per cui la signorina si trova qui vestita così?!" ... è vero, non dovrei giudicare, ma è anche vero che oggi nevica ovunque, anche in pianura e la temperatura massima annunciata è di 0 gradi...
Proseguo la mia passeggiata con la neve che cade copiosa. Lasciata la piazza mi addentro nel bosco, non c'è anima viva. Tutto intorno la nebbia e il silenzio. Che bello. Invidio tutti coloro che non lavorano e che possono fare ogni giorno queste passeggiate. Arrivo al punto panoramico che oggi però si apre su una distesa grigia. Sento salire il boato della città con il suo traffico, ma non si vede niente. Proprio niente. È come essere in mezzo a una nuvola.
Non mi fermo molto e riprendo il cammino. Mi rammarico di non avere con me la macchina fotografica. Ho deciso di non portarla perché si sarebbe bagnata troppo. Nevica fitto fitto e non avrei saputo come proteggerla. Ma è un peccato, perché la neve fresca crea soggetti meravigliosi con begli effetti in bianco e nero: le panchine a listelli, i muri a secco trasformati in scacchiere, gli alberi spogli con i loro rami neri, i ciuffi d'erba incappucciati... Nel bosco anche i faggi sembrano betulle, con i tronchi diventati bianchi per la neve soffiata dal vento.
Al mio passaggio volano via gli uccellini che trovano rifugio, non sugli alberi, ma nei "poggi" bassi lungo il sentiero, sotto le grosse radici scoperte o sotto i massi che sporgono dal terreno. Riaffiorano allora i ricordi di quando ero bambina e inventavo storie di animali e personaggi che cercavano un rifugio caldo e protetto. Allora immaginavo per questi piccoli esseri, nidi caldi e accoglienti dove stare al riparo da freddo e dal gelo. Questo pensiero mi riscalda il cuore ancora oggi. So che proprio quelle fantasie e quelle storie hanno protetto e salvato soprattutto me stessa. La Cinzia bambina che aveva così la possibilità di crearsi una casa accogliente e calda interiore. Dove trovare pace e sicurezza. È questa capacità credo, che mi ha permesso di evolvere e diventare una persona "relisiente". Il sogno di una casa è rimasto intatto fino all'età adulta, quando finalmente ho potuto crearne una mia. È stato un sogno importante forse proprio perché una casa era ciò che più mi era mancato. Un luogo di accoglienza sicuro. Quando da piccola stavo dai nonni, dove mi sentivo bene, dovevo sempre temere che i miei genitori venissero a prendermi, e quando ero dai miei genitori, dove in fondo avrei dovuto sentirmi al sicuro, il rischio era rappresentato dalle botte. Per molti anni non mi sono sentita a casa da nessuna parte. Tranne in quelle fantasie in cui davo casa a animali e bambini soli e intirizziti dal freddo.
Ora cammino serena sotto la neve verso la mia casa, dove mi aspettano i gatti e il camino, acceso sin dalle prime ore del mattino. Mi piace vedere il fuoco, godermi la mia casa, guardare fuori la neve che pian piano ricopre tutto quanto e concedermi questa pausa.
Questi ellebori li ho fotografati ieri. Ne ho anche raccolti due. Per la prima volta. Non l'ho mai fatto perché sono protetti. Ma ieri, sapendo che oggi sarebbe arrivata la neve, ho quasi avuto la sensazione di salvarli...
E queste sono altre immagini scattate ieri, sembra impossibile che oggi sia di nuovo tutto bianco, tutto sommerso, di nuovo inverno...