lunedì 30 luglio 2012

Fine pomeriggio

Una passeggiata a fine pomeriggio verso la collina delle betulle. Caldo e umido, nonostante l'altitudine. Ma dopo una giornata di lavoro, godo di questa immersione nella natura: prati, boschi, lago e montagne.



Compagna fedele la macchina fotografica, e mi diverto un mondo con la nuova applicazione per i collages consigliata da Simonetta.


Le castagne già formate mi ricordano che l'autunno si avvicina... Intanto però catturano gli ultimi raggi di sole della giornata.

E le fontane in paese sono una tentazione ogni volta che ci passo accanto. Non riesco proprio a non fotografarle.



Abbracci di fiori e farfalle


Prove e sperimentazioni. Nella natura non mancano mai i soggetti affascinanti, c'è l'imbarazzo della scelta.





domenica 22 luglio 2012

Sto cercando di imparare ad usare Picasa. I collages mi entusiasmano anche se non sono sempre convinta dei risultati.

Vorrei tanto mettere il mio nome sui collages che pubblico ma non so come si fa, qualcuno di voi sa come fare?

I soggetti preferiti sono i miei fiori, ma anche i miei nipotini e i vecchi anelli per le barche "portati"  casa dalle vacanze. Le malvarose è la prima volta che le ho in giardino, e le trovo stupende. E sono le uniche sopravvissute al grande assalto...







Grazie alle spiegazioni di Gianni (uomo dalle mille virtù!!) sono riuscita a scrivere sulle mie fotografie.




Ora devo decidere quale nome utilizzare...







venerdì 20 luglio 2012

Visita inaspettata

Sabato scorso, verso le due del pomeriggio, ero sul terrazzo a stendere, quando ho visto qualcosa che si muoveva in mezzo alle sterpaglie del terreno accanto al mio. Subito mi pareva il mio gatto che è rosso, ma mi sono accorta che era decisamente più grande del mio micio. Non avrei però pensato che un capriolo osasse avvicinarsi tanto in pieno giorno. Evidentemente i lamponi che crescono sul terreno incolto erano una tentazione troppo forte.






sabato 14 luglio 2012

Vacanze - seconda parte

Di nuovo a casa il tempo passa veloce, il lavoro, gli impegni, la famiglia... la routine quotidiana s'impossessa della mia vita a un ritmo vertiginoso. Della vacanza restano la nostalgia e le fotografie, per fortuna. Ma anche dei piccoli souvenir: conchiglie, sassi, semi e piantine rubati qua e la.


La seconda parte del mio racconto vorrei dedicarla a quella che per me era la meta principale della mia vacanza: l'Ile d'Ouessant.



Ne avevo sentito parlare per la prima volta nel 1996, in occasione del nostro primo viaggio in Bretagna. Da allora sognavo di fare una vacanza su questa isola così selvaggia, senza macchine, con tante pecore e tanta pace. Quest'anno, finalmente, ho potuto realizzare questo sogno e con il mio compagno abbiamo affrontato il lungo viaggio per raggiungere la mia meta.

Siamo arrivati a Le Conquet verso mezzogiorno e abbiamo lasciato la macchina in un posteggio privato. Il proprietario, Monsieur Balcon, è un signore molto gentile che con il suo vecchio pulmino ci ha portati al porto e che sarebbe stato disposto anche a farci da guida nel suo bellissimo villaggio. In attesa del traghetto abbiamo fatto un giro da soli e poi ci siamo imbarcati. Con un po' di preoccupazione, perché quel tratto di mare è conosciuto per le sue forti tempeste... Su youtube circolano filmati angoscianti sui falliti attracchi dei traghetti a Ouessant! Invece siamo stati fortunati, bel tempo e mare calmo hanno reso la traversata rilassane e piacevole.


Arrivati a Ouessant, c'era la gentile signora del taxi ad attenderci. Una bella donna sui sessant'anni, alta ed elegante, che era più facile immaginarsela in abiti ottocenteschi che in jeans alla guida di un pulmino. E invece si è dimostrata dinamica ed energica, con la sua lavagnetta sulla quale figuravano i nomi dei suoi clienti e che cancellava con un dito ogni volta che uno si presentava all'appello. In men che non si dica, Yolande ci ha fatto scendere davanti al cancello della nostra casa temporanea, visibilmente soddisfatta della nostra espressione di stupore e ammirazione nel momento in cui abbiamo visto quel piccolo paradiso.





L'isola ci ha accolti con un tempo splendido. Ovunque dominava l'azzurro, il mare, il cielo, le case e ovunque gli agapanti!


Appena sistemato i bagagli e preso visione dell'incantevole casetta (davvero minuscola) siamo saliti in sella alle biciclette che ci erano state recapitate davanti all'uscio di casa e siamo partiti. Si fa per dir..., non ricordo gli anni che non salivo più su una bicicletta. Come minimo dal 1995!! Infatti i primi minuti mi sentivo un po' impacciata... ma come si suol dire, una volta che hai imparato non lo dimentichi più...

La prima tappa è stato il piccolo (e unico) borgo Pampaul, centro assoluto dell'isola, luogo di rifornimento di ogni bene necessario. Abbiamo acquistato i viveri, stupiti dei prezzi che ci aspettavamo molto più alti, ma siccome anche gli abitanti si riforniscono li, erano tutto sommato contenuti. Ci ha stupito anche il fatto di poter scegliere tra ben 3 supermercati! Oltre ai quali c'erano anche una boulangerie, alcune crêperies, due banchi di pescatori che vendevano tutte le mattine il loro pesce e diversi negozietti di souvenirs, una galleria con quadri bellissimi e diversi ristoranti/pub. Il viaggio di ritorno con la spesa nello zaino è stato già più facile.

Il giorno dopo, domenica, impazienti di partire alla scoperta dell'isola, abbiamo subito guardato fuori dalla minuscola finestra:


grande delusione! Nuvole e pioggia e l'isola non sembrava più la stessa. Non ci siamo lasciati scoraggiare però, eravamo ben equipaggiati e siamo partiti ugualmente. Di nuovo il borgo per acquistare ciò che avevamo scoperto che mancava e poi a casa a prepararci il pranzo.




Abbiamo ben presto capito che i risvegli sarebbero sempre stati nebbiosi, infatti il sole arrivava di solito nel corso del pomeriggio. Nonostante il brutto tempo siamo usciti tutti i giorni, almeno al pomeriggio. I momenti più piovosi e nebbiosi li abbiamo trascorsi leggendo, io anche lavorando anche ai miei progetti all'uncinetto e riposandoci, ne avevamo bisogno entrambi.

Ouessant è un'isola particolare. Molto piccola è ricoperta quasi esclusivamente da pascoli e brughiere, sono pochissimi gli alberi presenti (infatti la legna da ardere è costosa e viene "importata" dal continente). Camminare fuori dai sentieri battuti è come camminare su immenso materasso: il terreno è morbidissimo: una sensazione piacevole. E come nelle brughiere, ovunque crescono tantissimi fiorellini piccoli e colorati. Altra particolarità che mi ha colpito è la presenza di licheni, ovunque, anche sui muri delle case.



Oltre ai tanti sentieri che si possono percorrere sia a piedi che in bicicletta, vi sono alcune strade asfaltate, di solito a un'unica corsia perché è rarissimo che due automobili si incrocino, e una strada principale molto ampia che io definivo l'autostrada. Su tutta l'isola si vedono innumerevoli muretti a secco. In passato servivano a proteggere le colture dal vento e dalle pecore. Oggi separano le case tra loro e spesso sono invasi da caprifogli selvatici colorati e profumati.




Oltre all'erica crescono fitte anche le felci e formano insieme ai rovi una fitta vegetazione che dà riparo a uccelli e conigli, si perché una delle particolarità di Ouessant è che ci sono migliaia e migliaia di conigli selvatici che ogni tanto spuntano dalle loro tane e corrono davanti alle biciclette.


La prima volta pensavo che uno fosse scappato da qualche giardino, ma ben presto abbiamo capito che erano ovunque e che vivono liberi. La sera era il momento incui se ne vedevano di più. Liberi al pascolo sono frequenti anche i cavalli e l'altra sorpresa sono stati gli splendidi faggiani che si incontravano spesso.



In una settimana siamo riusciti a girarla tutta l'isola e abbiamo trovato anche piccole spiagge bellissime, purtroppo niente bagno perché la temperatura dell'acqua sarà stata si e no 15 gradi!





Lo spettacolo maggiore era forse costituito dalle scogliere e dall'alternarsi delle maree. Avremmo potuto stare delle ore a osservare il mare che si infrangeva contro le alti pareti rocciose dell'isola. Ha qualcosa di primordiale l'attrazione che esercita l'eterno ripetersi delle onde che vanno e vengono e, come di fronte al viso di un neonato, si resta incantati a guardare. Ogni istante sembra diverso dall'altro e non si è mai sazi, e gli occhi non si stancano mai di ammirare il fascino di quella semplicità.




Un'isola senza grandi attrazioni se non i suoi fari, la sua natura, le case bellissime ma soprattutto la sua energia, che ti entra dentro e ti tiene legata a quella terra, tanto che vorresti rimanere li. E quando forzatamente devi ripartire, sai che devi tornare!







domenica 8 luglio 2012

Si ricomincia...


Siamo tornati. E come raramente mi succede, non avevo voglia di tornare; e ciò, anche se da sabato scorso ci siamo spostati da un posto all'altro, il che ha reso gli ultimi giorni di vacanza interessanti ma anche faticosi. Eppure non riuscivo a smettere di guardare, di ammirare, di riempirmi gli occhi e l'anima di impressioni, colori, immagini, contrasti, emozioni e bellezza della natura.

Questa vacanza la definirei la vacanza del movimento e dei fiori. Vi racconterò. Intanto inizio dal percorso. Avrei voluto pubblicare una cartina con il percorso ma non ne sono stata capace. Quindi elencherò le località dove abbiamo sostato.
Siamo partiti da Lugano e la prima tappa ci ha portati a Riquewihr, in Alsazia. Un paesino medievale molto ben conservato.


 Un po' tanto commercilizzato per i miei gusti, ma straripante di fiori. Ovunque si vedono composizioni bellissime.




Prima di lasciare l'Alsazia abbiamo fatto un giretto per Colmar, la visita di questa città mi ha un po' delusa, forse è più bella nel periodo dei mercatini, ma dopo aver visto Riquewihr, mi è sembrata poca cosa. Da qui siamo poi partiti per raggiungere la nostra meta, la Bretagna. Comunque la seconda tappa è stata Chartres dove ci siamo fermati per la notte. Avevo prenotato un albergo nei pressi dell'uscita autostradale che si è rilevato essere una vera schifezza, quindi appena arrivati ci siamo messi alla ricerca di una nuova sistemazione, rinunciando alla visita della famosa cattedrale... sarà per un'altra volta. La mattina dopo siamo partiti prestissimo e a mezzogiorno abbiamo raggiunto Le Conquet. Una località con un piccolo porto da cui partono i traghetti per tre piccole isole al largo del dipartimento Finistère.




Le Conquet è un villaggio molto carino, situato in una piccola baia, con un centro ben organizzato, bei negozi e ristoranti.



Poco dopo le due finalmente abbiamo caricato i bagagli sul traghetto e siamo partiti per l'Ile d'Ouessant, l'isola dove abbiamo trascorso la prima settimana di vacanza.



Cosa dire di questa isola?? Ci sarebbero così tante cose da raccontare. Di certo è un posto particolare, non facile. Il tempo cambia spesso e velocemente, quando c'è il sole è come se l'isola fosse avvolta in un immenso raggio di luce.



Ma quando (spesso) arrivano le nuvole, sono talmente basse, cupe e pesanti, da far precipitare tutto in un grigiore fatto di nebbia, pioggia, umidità. Il mare diventa come inchiostro e anche l'urlo dei gabbiani diventa triste e angosciante.



Un'isola piatta si direbbe, salvo poi ricredersi quando, girando in bicicletta, si sentono i muscoli delle gambe bruciare dallo sforzo (certo, io non sono molto allenata in questo senso...). A questo punto vale la pena accennare al fatto che sull'isola ci si arriva soltanto "a piedi" nel senso di "senza macchina". Gli unici a circolare con mezzi a motore sono gli abitanti del posto, che hanno delle vecchie macchine sgangerate (rigorosamente francesi) che da noi non trovi nemmeno dagli sfasciacarrozze.... ma per quei pochi chilometri da percorrere e per quelle stradine strette e nemmeno sempr asfaltate, vanno benissimo. I turisti girano in bici o a piedi. Noi abbiamo scelto la bici, più veloce e adatta anche a trasportare piccoli pesi.


Racconterò più avanti del soggiorno a Ouessant.
Dopo una settimana, siamo ripartiti nella giornata più bella e abbiamo ripreso la macchina che avevamo lasciato a Le Conquet. Dopo aver mangiato i mega panini "Formule" della Boulangerie del paese (1 filoncino con super imbottitura, 1 bottiglia di acqua e un dessert a scelta per 3 euro!), abbiamo imboccato la strada lungo la costa che da Conquet ci ha portato fino a Plouguerneau, dove avevamo riservato una "Chambre d'hôte". E qui inizia la serie di posti bellissimi in cui abbiamo avuto il privilegio di soggiornare, ospitati da persone straordinarie e gentilissime. In questo posto (Chambres d'Hôtes La Chèvre blanche) c'erano persino i dischetti di ovatta per struccarsi e i Q-Tips!, oltre a un arredamento davvero molto curato. Per non parlare della colazione!
Lungo la costa abbiamo visto villaggi molto belli e e spiagge meravigliose.


Ovunque fiori e giardini curatissimi! Dopo Plouguerneau abbiamo dormito a Paimpol e prima di raggiungere il B&B che avevamo prenotato, siamo andati a farci un giro al mercato delle pulci a Plouha, salvo poi scoprire che quel giorno ce n'era uno forse ancora più bello a Paimpol stesso. In questo B&B siamo stati accolti molto calorosamente da una bella famiglia, le stanze erano stupende, in stile rigorosamente Shabby


e spero tanto di poter incontrare ancora queste belle persone!! Questo il sito del B&B anche se purtroppo presto dovranno lasciarlo per trasferirsi a Dinard (altra cittadina della costa che vale la pena visitare).
Dopo Paimpol, il nostro percorso ci ha permesso di toccare una serie di località come Sables d'or Les Pins, Dinard appunto, Saint Malo (sempre affascianante!!). E abbiamo anche visitato il Castella de La Roche Jagu che in quel momento ospitava un'interessante mostra sui profumi.
Quindi è stata la volta di Fougères, con una sosta in un avventuroso B&B (M. lo ha definito più simile a un covo di brigatisti che una Chambre d'Hôtes...) e poi visita al bellissimo Parco botanico della Haute Bretagne!


Da qui siamo partiti alla volta di Asnières sur Oise, località moolto carina mezzora da Parigi, che abbiamo visitato a tempo di record in una giornata. Naturalmente abbiamo visto un millesimo di quello che c'è da vedere, ma essendo la prima volta a Parigi per entrambi, siamo rimasti comunque colpiti da questa immensa città. Ciò che più mi ha impressionato è proprio la grandiosità di tutto. Da ritornarci, naturalmente, con più calma e più tempo...



Molto bello il B&B di Asnières sur Oise (Le Clos des Fees), con un servizio impeccabile, direi da albergo di prima categoria...



Fine della prima puntata....