mercoledì 30 marzo 2011

Politicamente scorretto

Settimana scorsa è stato arrestato un uomo di 29 anni con l'accusa di aver abusato di alcune bambine tra l'anno e mezzo e i sei anni.
L'uomo in questione lavorava come educatore in un asilo nido nelle vicinanze di Zurigo. Nel suo tempo libero faceva il baby-sitter.

So benissimo che, con quanto sto per dire, mi attirerò le critiche di molte persone, passerò per retrograda, giudicante, forse anche femminista o esattamente il contrario, e quant'altro. Io però non sostengo la parità dei sessi a tutti i costi e in tutti gli ambiti. Ci sono ambiti, settori, professioni in cui secondo me i ruoli è giusto che restino separati. Ciò non vuol dire che non ci sia lo stesso valore o lo stesso diritto, ma c'è qualcosa in me e non saprei nemmeno bene descrivere cosa sia, che mi dice che non è cosa...

Nelle professioni sono in due in particolare quelle dove non ammetterei mai un maschio:
l'ostetrica (levatrice) e appunto l'educatore della prima infanzia. Sala parto e asilo nido devono restare appannaggio delle donne. Punto. E ora sono pronta alla critica.
Sostengo questo perché secondo me ci sono delle funzioni e dei ruoli che derivano da bisogni e significati biologicamente predefiniti, ruoli e competenze ancestrali. Quando mai nella storia dell'umanità gli uomini si sono occupati di far partorire le donne e di accudire un neonato. (È vero che a un certo punto sono entrati in scena i ginecologi, e infatti, a parte qualche rara eccesione, hanno fatto più danni che altro, pur occupandosi del lato "tecnico" del parto). Il ruolo del maschio era un altro e anche se ai nostri giorni questi significati e ruoli è necessario trasformarli in altri tipi di comportamenti (non devono più difenderci dagli animali feroci e cacciare per sfmarci), alla base resta la spinta ad azioni diverse. Diverse da quelle di noi donne. E di questo dobbiamo pur tenere conto in una certa misura.

Io d'istinto diffiderei di un uomo che ha questo interesse per bambini così piccoli non suoi da farne sia il suo lavoro che l'attività del suo tempo libero. Ma oggi non siamo più tanto in contatto con le nostre emozioni più profonde e instintive, con il nostro intuito. Temiamo di essere "fuori moda", giudicanti e piene di pregiudizi...

Ci tengo a precisare che le mie perplessità riguardano soprattutto la fascia della prima infanzia. In seguito l'uomo può certamente occuparsi dei bambini e farlo anche molto bene, per esempio nell'insegnamento, nello sport, nelle attività del tempo libero... Ma il suo ruolo a questo punto è diverso, è già più normativo e formativo, di accompagnamento verso il mondo esterno, di guida al di fuori del contesto familiare.
Io di solito sono davvero attenta a non giudicare in maniera affrettata (anche se non sempre mi riesce), ciononostante voglio anche recuperare il buon senso, la mia capacità intuitiva e la capacità di fidarmi delle mie sensazioni più viscerali, perché come insegnamo ai bambini: la pancia non mente....

lunedì 28 marzo 2011

Verdemura

Da molti anni desideravo andare a Verdemura.

Finalmente quest'anno ci sono riuscita. Dapprima pensavo che sarebbe stata l'occasione per andare a trovare la mia amica I. D. che vive sulle colline attorno alla città. Invece poi lei è partita per l'Olanda per festeggiare il compleanno del figlio. Poi si è presentata un'altra allettante occasione d'incontro durante quest fine settimana a Lucca, avrei potuto vedere e conoscere Lorenza. Invece non ci siamo trovate...

Insomma, ho capito che questa visita a Verdemura non dovevo proprio associarla a nessun incontro... come dire, Lucca mi voleva tutta per sé... ; )))




Il viaggio di andata è stato particolarmente lungo perché già sulla A9 il traffico era rallentato a causa dei lavori in corso e anche sulla tangenziale abbiamo viaggiato a rilento per non so bene quali motivi.
Arrivati a Lucca con un po' di ritardo rispetto alla tabella di marcia, siamo stati accolti con grande gentilezza e cordialità al B&B Ai Cipressi.



Dopo una breve sosta in camera, giusto il tempo di cambiarmi le scarpe per poter camminare meglio, siamo partiti a piedi alla volta di Verdemura. Siamo entrati e subito ho incontrato lo stand che vendeva gli ellebori di un bel colore porpora. Ma sapevo che c'era Lorenza da qualche parte che mi avrebbe portato i suoi, quindi ho rinunciato volentieri all'acquisto. Mi sono però subito consolata con l'acquisto di tre piccole piantine, una primula doppia, tale "Belarina Pink Ice", molto molto carina, e due violette "Conte di Brazzà", il cui intenso profumo mi ha riportato indietro nel tempo, credo quando da bambina andavo a raccoglierle nei poggi dietro casa di mia nonna. Poi ecco lo stand delle ortensie, ero venuta con la grande speranza di trovanre due che cercavo da tempo. Mi sono impressa il numero dello stand per potermi fermare al termine del giro. Non volevo portarmi dietro i vasi pesanti per tutto il tempo.



Immagine ripresa da http://www.gardenworldsimages.com/

Immagine ripresa da http://www.trafioriepiante.it/

queste sono quelle autentiche, un po' provate dal viaggio e dalla pioggia di questa notte


Prossima sosta, l'affollato banco della porchetta... perché anche la pancia vuole la sua parte... ; )) Erano ormai già quasi le due e ci siamo sistemati su un muretto per un più che frugale ma ottimo pic-nic. Eravamo appena ripartiti quando siamo stati magicamente attratti dal banco del formaggio dove due giovani e abilissimi venditori ci hanno fatto assaggiare ogni sorta di formaggio di capra che, nonostante fossimo sazi, abbiamo apprezzato molto e quindi non è stato difficile vendercene diverse varietà. Qui abbimo incontrato anche uno degli organizzatori della fiera che, sentendo che si arrivava da Lugano appositamente per Verdemura, era visibilmente soddisfatto e contento che la manifestazione attirasse gente anche dall'estero.

Abbiamo proseguito il nostro giro ammirando gli articoli di artigianato, le piante mai viste prima, i cibi particolari (cioccolata alle castagne), i giochi antichi, le bambole di stoffa. Bellissimo poi il piccolo orticello proposto, che di nuovo mi ha fatto venire tanta voglia di averne uno anch'io.




Poco più avanti c'erano stand che esponevano molte varietà di erbe aromatiche da cui ero molto attratta. Ma sapendo di non avere posto per piantarle, non è stato difficile resistere all'acquisto. Sto però pensando a come fare per procurarmi un po' di terreno dove poter disporre un orto vero e proprio, in cui poi mi piacerebbe costruire "una spirale per le erbe aromatiche".

Intanto guardavo il cellulare ogni tre minuti... guardavo le coppie in giro per la fiera cercando di capire se la signora potesse essere la "mia" Lorenza, chissà da cosa pensavo di riconoscerla...

Al ritorno, ormai rassegnata a non trovare Lorenza, ho infine acquistato le ortensie addocchiate all'inizio, una Macrophylla Romance e una Quercifolia Snowflake.

Immagine ripresa da www.pepinieredelathyle.com/

Immagine ripresa da http://www.pbortensie.com/



Le mie nuove ortensie come sono adesso, e sopra come vorrei che diventassero



La domenica mattina abbiamo fatto un giretto in città per ammirare i vicoli di Lucca, le chiese, le piazze... e fare gli ultimi acquisti-souvenir.






Il viaggio di ritorno è stato faticoso a causa dell'influenza che già avevo alla partenza, e che nel frattempo era peggiorata. Stavo davvero poco bene e ho dormito praticamente tutto il viaggio. Il mio caro compagno ne ha vigliaccamente approfittato per pigiare sull'acceleratore e non voglio nemmeno sapere a quanto andava...

Lugano ci ha accolti con una fastiodiosa pioggerella e, salendo poi verso casa, si è anche aggiunta la tipica nebbia che spesso avvolge la montagna, e che forse in realtà sono poi le nuvole così basse...


venerdì 25 marzo 2011

Itaca

Oggi, tornando a casa, mi è successa una cosa strana. Ero in macchina e stavo andando a fare benzina (perché domani si parte per Lucca...). La macchina, mi rendo conto, è diventata per me luogo di meditazione e riflessione ideale, anche se forse questo mi rende un'automobilista un po' distratta... Insomma, stavo guidando e improvvisamente, senza nemmeno accorgermi, ho come avuto una percezione più nitida e consapevole di me stessa, dello stato d'animo che stavo vivendo. Qualcosa che definirei simile all'onda calda di un mare caraibico che mi avvolgeva. Una calma e una tranquillità insolite, qualcosa che me per è nuovo, che non conoscevo o non avevo mai percepito così in passato.



Cos'è? Mi sono chiesta, e ho cercato di “ascoltare” meglio e piano piano credo di aver capito cos'era quella sensazione nuova che avevo di me stessa. Forse l'ho riconosciuta perché le mie amiche che l'avevano vissuta prima di me, me ne avevano parlato. Ne ho anche letto, ma non riuscivo nemmeno ad immaginare come ci si potesse sentire.


Ripensandoci, la prima immagine o frase che mi è venuta in mente è stato “tirare i remi in barca”. Ma non mi piace molto perché ha un'accezione negativa, di rinuncia, di sconfitta e invece non è così. L'emozione prevalente è piuttosto di pace, forse anche di serenità. Allora ho pensato, è la sensazione di “tornare a casa”... di “rientrare”. Rientrare in me stessa, ritrovarmi, quel senso di raccoglimento, di focolare. E subito dopo mi sono ricordata della poesia che qualche giorno fa mi ha inviato la mia dolcissima amica Elena (questo aggettivo non le piacerà, lo so). Itaca.

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Kostantin Kavafis





Non so l'autore avesse voluto dare a questa poesia lo stesso significato che improvvisamente ha avuto per me. Non credo, essendo un uomo, perché la mia sensazione provata oggi so che è strettamente legata al mio essere donna, al mio essere donna di 51 anni, alla mia età dunque, al fatto che sto per abbandonare definitivamente l'età fertile, al fatto che il mio corpo sta raggiungendo un senso di quiete, di riposo dopo le fatiche di decenni...


Ed ecco dunque quella sensazione di calma, di onda lunga, di tepore del sole che sta tramontando. Sento di aver fatto il grosso del lavoro, ora inizia la stagione del raccolto, della contemplazione, del guardarsi dentro piuttosto che rivolgere lo sguardo all'esterno. Dell'osservare piuttosto che del cercare. Oggi credo di aver capito che è iniziato il mio viaggio verso Itaca. Il viaggio del ritorno, il ritorno di una donna che è andata alla conquista del mondo, della vita, del suo posto, del suo senso, del suo valore e ora si accinge a tornare. Ricca, moltiplicata, a volte stanca, diversa e soddisfatta.

Oggi pomeriggio ho avuto la sensazione di aver fatto pace con me stessa, con la mia età che avanza; ora mi auguro che questo viaggio sia lungo, il più lungo possibile, senza troppe tempeste, e che mi porti alla meta senza troppe fatiche. Dai che si parte! E anche questa sarà un'avventura che, come la precedente, non vivrò da sola, ma in compagnia delle mie amiche coetanee o poco più giovani e poter condividere con tutte loro anche questa nuova fase mi emoziona al solo pensarlo.

giovedì 24 marzo 2011

Fitness

I primi raggi del sole catturati con il cellulare durante il mio walking mattutino





Mi serve per rimettermi in forma e sta già diventando una dipendenza...



Camminare da sola al mattino presto, l'aria freschina, gli uccelli che cantano, il sole ancora pallido, il silenzio... Meglio di qualsiasi palestra...

martedì 22 marzo 2011

Domenica sono riuscita a fare alcune foto alle prime fioriture, ai primi segnali della primavera che stava per iniziare. Ogni giorno aumentano le piccole primule che tappezzano i prati intorno a casa, e anche se nel bosco non c'è ancora nemmeno l'ombra di una fogliolina, sembra di sentire il fermento tra i rami e dentro alle gemme, sempre più gonfie e pronte ad esplodere. Quasi un chiacchiericcio delle foglie imprigionate e impazienti di vedere la luce di una nuova stagione. Basta solo che arrivi qualche raggio di sole un po' più tiepido e che il vento profumato ancora di neve cessi di soffiare...


Vorrei capire perché la mia macchina fotografica mi mette a fuoco il ricciolo e non la mia peonia ...







E poi il lago senza il mare di nebbia


E le mattine terse e splendide, con il sole che illumina appena le cime delle montagne, dal Tamaro al Lema


E infine, la cosa più importante, il primo giorno di primavera è anche il compleanno del mio Piccolo Grande Principe


giovedì 17 marzo 2011

José Saramago

Ispirata da altri blogger, Lara in primis, riprendo una mia vecchia passione, la poesia e, in particolare, José Saramago. Questa l'avevo già proposta nel 2004 nel mio blog precedente (cioccolatamara.splinder.com). Saramago è stato un grande autore. Il primo libro di lui che ho letto è stato Cecità. Scioccante e stupendo. Poi l'ho scoperto come poeta, ed è stato amore.


Analogia
Cos'è il mare? Distanza smisurata
di larghi movimenti e di maree,
come un corpo assopito che respira?


O questo che da presso ci raggiunge,
battito blu su spiaggia scintillante,
dove l'acqua si fa aerea spuma?

Amore è forse la scossa che percorre
turgide vene nel rossor del sangue
e tende i nervi come fosse lama?

O forse questo gesto indefinibile
che il mio corpo trasporta verso il tuo
quando il tempo ritorna al suo principio?


Come il mare, l'amore è pace e guerra,
ardente agitazione, calma profonda,
lieve sfiorar di pelle, unghia che segna.




E questa poesia oggi la dedico all'Italia, Patria che, per noi emigrati, italiani all'estero, assume un significato particolare.
Patria che nelle nostre menti e noi nostri cuori è come l'abbiamo lasciata tanti anni fa, come l'hanno sognata e desiderata i nostri genitori emigrati prima di noi. Patria che abbiamo imparato ad amare attraverso la nostalgia di chi prima di noi l'aveva lasciata.

lunedì 14 marzo 2011

Citazione

Stamani alla radio hanno letto, come ogni mattina, la citazione del giorno. E quella di oggi mi ha colpito in modo particolare! È di Albert Einstein:


"I problemi non possono essere risolti dallo stesso atteggiamento mentale che li ha creati"


Grande Einstein! Così semplice questa frase, così geniale. La porterò con me per un po', ne sono certa. Perché ora mi serve proprio.

E vi regalo questa immagine




foto scattata da mia figlia Christina http://assaporandoilviaggio.blogspot.com/



domenica 13 marzo 2011

Estate 2010

Una vacanza in Normandia che ho vissuto in modo strano, tanto da avermi lascciato dentro la sensazione di volerci ritornare, di riviverla cambiando la colonna sonora di questo viaggio.



 



Svanita la tristezza, la rabbia anche, la delusione in parte, restano di quella vacanza le immagini, a farmi rivivere la gioia soprattutto degli occhi. La vista è senz'altro il senso più appagato da questa vacanza. Ci tornerò di sicuro, in una vacanza che spero sarà più lunga, più serena e più sorridente.




I giardini delle tipiche case erano spesso come quelli che ammiro nei blog del nord e nelle riviste di giardinaggio. Curati e ordinati.






I muri di cinta abbelliti da cascate di roselline allegre, rambler in piena fioritura.








Spesso erano dettagli e decorazioni particolari ad attirare la mia attenzione, a farmi intuire un'affinità d'animo con le persone che abiatavano dietro a quelle siepi, a quelle finestre o a quei balconcini.





E poi lo stupore e la gratidudine per quelle mani, quei pensieri, quei cuori anonimi che avevano decorato e abbellito angoli apparantemente insignificanti, che mi lasciavano a bocca aperta per la sorpresa a le bellezza di un attimo.




 

mercoledì 9 marzo 2011

Attrazione fatale

Stamani, in fila allo sportello della posta, il mio sguardo è stato attratto da un libro esposto sullo scaffale (sì, da noi negli uffici postali vendono anche i libri..), soprattutto dall'immagine della copertina. Due dolcetti bianchi, tipo muffin, decorati ognuno con una ciliegina candita. Il titolo spiega tutto: Il conto delle minne. L'autrice è Giuseppina Torregrossa.

Non conoscevo né lei, né il libro.

L'ho comprato.

Arrivata in ufficio, prima di mettermi al lavoro, l'ho sfogliato brevemente e ne ho letto un capitoletto a caso:
[...] Il racconto lasciava nell'aria odore di santità e ricotta. Sul tavolo della cucina tanti dolcetti tondi, vicini a due a due, la ciliegia rossa al centro a imitare il provocante capezzolo. La fede e la devozione di mia nonna erano riposte in quelle cassatelle, l'irrinunciabile rito della tradizione della famiglia Badalamenti.
Prima di andare via le contavo e ricontavo: una, due, tre, dieci, venti, trentadue, erano sempre in numero pari, due per ogni nostra parente che, grazie a loro, avrebbe potuto godere della protezione di sant'Agata per tutto l'anno. [...]

Poche righe, lette a caso, e già mi ero innamorata...


martedì 8 marzo 2011

La Festa della Donna

Oggi, 8 marzo

Da sempre, mi pare, nella mia famiglia l'8 marzo ha avuto un significato particolare. Mio padre ha sempre onorato questa giornata, e ancora oggi non manca di mandare un pensiero a me e alle mie figlie.

Commentando un post di "Frutti di stagione", ho scritto che la festa della donna non dovrebbe esistere, perché in qualche modo sottolinea la differenza, la disparità, la non uguaglianza con l'uomo. Lo penso veramente anche se dedico un post a questa giornata.

Ogni giorno dovrebbe essere occasione per celebrare il rispetto di ogni essere umano, indipendentemente dal genere e dall'età. Io spero che arrivi nella storia dell'umanità, un tempo in cui non si parlerà più di questi argomenti, in cui ognuno avrà valore per il solo fatto di esistere, di esserci e di essere.

Nel frattempo, in questo 8 marzo, il mio primo pensiero va alle mie tre figlie, Christina, Elisa, Lia, alla mia dolcissima nipotina Sarah, nata solo 4 mesi fa, alla mia grande nipote Juliana, lontana e sola, a lei un pensiero più forte, che possa raggiungerla. A tutte queste giovani donne, va anche il mio amore, la mia stima e la mia ammirazione.

E poi il mio pensiero lo rivolgo a tutte le donne del mondo, indistintamente, a tutte.

Infine, un pensiero per me stessa, forse più un invito e una sollecitazione: oggi come in ogni altro giorno,vorrei essere capace di dare vita a pensieri positivi, per me stessa e per gli altri, di portare la luce e l'amore nel mio cuore, di guardare al domani con fiducia e creatività.

Buon 8 marzo a tutte e a tutti!





venerdì 4 marzo 2011

L'ultima nevicata

Spero che questa sia stata l'ultima nevicata dell'anno. Ora ho voglia di stare fuori, realizzare i progetti che ho pensato durante l'inverno, mettere le mani nella terra, mettere in pratica quanto imparato nel corso di potatura...









Però lo spettacolo che stamani si presentava ad ovest era meraviglioso. Sullo sfondo la catena Tamaro - Monte Lema.

mercoledì 2 marzo 2011

La passione e il lavoro

Stasera, a lezione di sax, la mia maestra mi ha detto che era andata a letto alle tre del mattino e alle 7 era già in piedi. Alla mia domanda, se fosse tanto stanca, mi ha detto: “No, sto bene, mi sento carica... Siete voi (allievi) la mia ricarica...” Al di là della dimostrazione del suo affetto per noi, questa affermazione mi ha fatto riflettere. Io ho dormito di più, eppure, dopo una giornata di lavoro, io mi sento sfinita, spompata, in qualche modo insoddisfatta e senza quasi più energie. Perché? Perché lei dopo una giornata di lavoro altrettanto piena della mia si sente carica...?

La risposta che mi sono data, è che il suo lavoro è la sua passione. Il mio no. Non ho mai avuto una vera passione per qualcosa, men che meno per qualcosa che potesse diventare il mio lavoro. O forse si, se avessi fatto quello che avrei voluto sin da quando ero in quinta elementare. Non l'ho fatto, e tutto ciò che è venuto dopo non è mai più stato così importante. Non ha mai più toccato il mio cuore così profondamente.
Anche se devo comunque ammettere di non aver mai avuto delle vere passioni. Attività o tematiche che fossero così importanti. Quelle cose di cui uno sa tutto, con cui occuparsi tutto il giorno senza nemmeno accorgerti del tempo passa. Forse oggi il giardinaggio è ciò che più si avvicina a una passione del genere, ma ormai non posso più farne la mia professione. Resta un hobby a cui posso dedicare solo poco tempo perché lavoro, lavoro tanto. E svolgo un lavoro che mi pesa, in cui non riesco a dare il meglio di me, un lavoro che non mi entusiasma. La mattina faccio fatica ad alzarmi, vado in ufficio spinta dal senso del dovere invece che dal piacere. E questo mi dispiace, perché così mi privo di una fonte di soddisafazione, vado avanti con la costante sensazione di viaggiare “in riserva”.

Ammiro, e forse invidio anche un po', le persone che hanno incontrato nella loro vita quel tipo di passione che ha permesso loro di raggiungere un livello di conoscenza tale di quella materia da poterne fare il proprio lavoro, trascorrendo così le giornate a fare ciò che più desiderano, svolgendo per tutto il giorno un'attività che è al contempo fonte di piacere. Certo, avranno anche loro dei momenti di dubbio, di stanchezza, di noia... Nella mia vita invece, il dubbio, la stanchezza e la noia, attualmente, sono la costante. E questo è davvero un peccato.