venerdì 29 luglio 2011

Questa sera

Provo un senso di gratitudine per la mia vita. Per la serenità, per la consapevolezza e il percorso fatto fino ad oggi. Per la pace in cui vivo, per la bellezza che mi circonda, per l'agio e il benessere di cui posso godere. Un privilegio, una fortuna, un destino. Che, soprattutto in questo momento, apprezzo e vivo con umiltà.

Provo anche una grande tristezza e un dolore profondo in questo momento. Ho appena letto, con sofferenza,  un articolo su D (Repubblica) in cui si parla della commissaria europea Margot Wallström, impegnata nella lotta contro gli stupri e le violenze sulle donne nei conflitti e nelle guerre. Non riesco a scrivere qui quello che ho letto. Vi invito pertanto semmai a cliccare sulla D qui sopra per leggere l'articolo. Ciò che viene fatto alle donne nei vari conflitti attualmente attivi in molti paesi del mondo è a dir poco atroce. Mi sto chiedendo cosa si potrebbe fare per aiutare chi, come la Wallström (alla quale vanno per altro tutta la mia gratitudine e la mia ammirazione) si impegna su questi fronti, mettendo di certo anche in pericolo la propria vita.

Io sono qui, seduta sul mio balcone, ad osservare il tramonto, il lento spegnersi della giornata, il cielo che sembra in cammino; mi godo questa pace e so e sento di essere infinitamente privilegiata. Come posso non pensare al fatto che in quei paesi, ogni cinque minuti vengono violentate quattro donne? Donne come me, come le mie figlie, come le mie amiche, donne come voi che state leggendo. Donne sorelle, figlie, amiche e madri. Come posso stare qui sapendo tutto questo e non fare niente?


A tutte quelle donne, bambine, ragazze dedico i miei pensieri di questa sera, le foto che ho scattato dal balcone. E spero di riuscire a trovare un modo per aiutarle, anche stando qui seduta, perché purtroppo in questo momento mi manca il coraggio per fare di più.


Voglio comunque riportare alcune riflessioni della Wallström:
"Il comportamento tenuto dagli uomini in guerra continua anche in tempo di pace. Chi violenta non smette di farlo."
"Abbiamo trascurato le tante e profendo conseguenze di questi crimini. Non abbiamo capito appieno il oro impatto sulla società, e perché, dopo un conflitto marcato da queste violenze, è così difficile costruire una pace sostenibile. Lo stupro distrugge la società: deve finire."











Vi invito a leggere questo articolo. E a parlare di queste violenze. E sopratutto invito le madri, nonne, zie, sorelle, di bambini e ragazzi a trasmettere e insegnare loro il rispetto per le donne e per la vita. Perché gli uomini sono prima di tutto nostri figli.

mercoledì 27 luglio 2011

Foto

Non sono le classiche foto della Toscana. Ero così pigra (e stanca) in quei giorni, che mi costava fatica anche fotografare. Quindi poche immagini, scattate con il telefonino.

Ecco dove ho trascorso la maggior parte del tempo


E intendo letteralmente: su questa amaca.

Il panorama era questo




Ogni tanto riuscivo a trascinarmi fino a qua



Un giorno abbiamo fatto un giro a Barga, in provincia di Lucca













Il mio bottino più prezioso di Casori è la scala fatta a mano da Giovanni. Era lunga più di 3 metri e non ci sarebbe stata in macchina. Allora gli ho chiesto di tagliarla a metà. Ora ho due piccole scale, adatte a decorare il mio piccolo giardino e la mia piccola casa. Grazie Giovanni!




Tornata a casa, dopo un paio di giorni di pioggia e freddo, è tornato il bel tempo ma non il caldo. A me sta bene così, 24-25 gradi, temperatura adatta alle donne della mia età....



E questo è il "mio paesello"... Da qui (a quota circa 400 scalini) la vista in direzione di Porlezza (CO). Con questo panorama fare le scale non è poi così faticoso...


E una breve deviazione dal mio solito percorso fitness (850 scalini...!) mi ha permesso di scattare queste foto




lunedì 25 luglio 2011

Al ritorno dalle vacanze

È già una settimana che sono tornata dalla mia mini vacanza. Una vacanza che ha soprattutto stimolato la riflessione, in tanti modi, a più livelli.
Dapprima i giorni trascorsi in Toscana, in un ambiente rilassante e stimolante. Con chiacchierate interessanti, panorami di serenità e tanto riposo. Alcuni giorni che mi hanno permesso di ricaricare le batterie, pensare, riflettere, osservare e imparare.

Poi, la seconda tappa a casa di papà. Quando sono arrivata l'ho trovato invecchiato, stanco, provato. Non gli ho detto niente, perché so quanto lui ci tenga all'aspetto giovanile. Continua a raccontarmi dei complimenti che riceve, che nessuno gli dà gli anni che ha... Insomma, non mi sembrava il caso di fargli notare le occhiaie, i piedi gonfi, il viso stanco e tirato... Forse ho sbagliato, forse avrei dovuto dirglielo. Era giovedì pomeriggio. Venerdì sera, dopo la mattinata trascorsa al mare, il pomeriggio in visita a una vecchia pro zia, alle 21.00 mio padre ha avuto un ictus. Dal quale però si è ripreso presto e bene.

Mi è difficile ricordare con esattezza quello che ho provato quando mi sono resa conto di cosa stava succedendo. Dapprima di sicuro lo spavento, la preoccupazione e la tristezza per quello che stava succedendo. Poi anche il sollievo, pensando che per fortuna io ero li, che avrebbe potuto essere solo e non riuscire a chiedere aiuto. Insomma, nella sfortuna ha avuto la fortuna che ci fossio io insieme a lui, io che non torno più di due volte all'anno "a casa", quindi proprio una fatalità.

Ora resta la preoccupazione, perché saperlo solo non è facile, e alternative valide non ce ne sono. Quindi, anche questo avvenimento è stato fonte di riflessioni e pensieri, relativi a mio padre, ma anche a me stessa. Insomma, tutto ciò che queste situazioni comportano a livello pratico, logistico, emotivo, psicologico.

Ho comunque avuto modo di fare qualche foto in Toscana e anche qui a casa, una volta ritrovata una certa tranquillità. Nei prossimi giorni vorrei postarne qualcuna. Spero di riuscirci.